Il nuovo coronavirus della COVID-19 potrebbe infettare anche le cellule del cervello: lo suggerisce uno nuovo esperimento eseguito con i cosiddetti a “mini cervelli” in laboratorio effettuata da un team di ricercatori di due istituti interni alla Johns Hopkins University.
Nel corso degli esperimenti, i ricercatori scoprivano che gli organoidi, colture minuscole di tessuti cresciuti in laboratorio a partire da cellule umane che simulano gli organi umani, potevano essere infettati dal virus SARS-CoV-2.
Lo studio, pubblicato su ALTEX: Alternatives to Animal Experimentation, è nato quando i ricercatori hanno voluto sapere di più su un particolare neurone del cervello umano che può esprimere un recettore denominato ACE2 che è lo stesso che il virus SARS-CoV-2 usa per introdursi nei polmoni. Hanno ipotizzato che tramite ACE2 il nuovo coronavirus possa altrettanto facilmente introdursi anche nelle cellule del cervello.
Hanno quindi introdotto il virus SARS-CoV-2 nel mini cervello in laboratorio ottenendo prove di infezione delle cellule cerebrali con conseguente replicazione del virus.
Tuttavia, come specificano i ricercatori, il cervello umano, la cui composizione è naturalmente molto più complessa di una “semplice” coltura di cellule cerebrali in laboratorio, può comunque contare su molte barriere protettive che agiscono contro microrganismi quali virus, batteri e agenti chimici.
Molte di queste azioni protettive vengono svolte dalla barriera emato-encefalica. Dunque non si può affermare con sicurezza che il virus SARS-CoV-2 riesca a superare questa barriera e a propagarsi facilmente nel cervello di un essere umano vivente.
In ogni caso è anche noto che “gravi infiammazioni, come quelle osservate nei pazienti COVID-19, fanno disintegrare la barriera”, come spiega Thomas Hartung, autore senior dello studio e ricercatore della Bloomberg School of Public Health, uno degli istituti interni della Johns Hopkins.
I risultati ottenuti con con i mini cervelli in laboratorio, comunque, fanno solare un campanello d’allarme e mostrano che è necessario eseguire studi più approfonditi degli effetti del virus SARS-CoV-2 sul cervello umano, anche su quello in crescita di un feto durante la gravidanza, e sulle sue effettive capacità di replicazione in quest’organo.