
I virus parainfluenzali umani (HPIV) sono ad oggi una delle cause principali per quanto riguarda le infezioni respiratorie infantili e possono colpire anche le persone adulte, soprattutto gli anziani e quelle con sistema immunitario già compromesso. Questi virus si attaccano alle cellule e iniettano al loro interno il loro materiale genetico per replicarsi. Il più diffuso di essi è l’HPIV3 per il quale non ci sono vaccini o medicinali antivirali approvati.[1]
Secondo un nuovo studio, pubblicato sul Journal of the American Chemical Society,[2] forse è possibile contrastare efficacemente l’infezione da HPIV3 con l’utilizzo di un piccolo pezzo di proteina progettato in laboratorio (peptide) tramite il quale si può impedire al virus HPIV3 di attaccarsi alle cellule degli esseri umani.
Questi virus usano infatti delle proteine di fusione a “cavatappi” particolari per attaccarsi ed iniettare il loro materiale genetico nelle cellule umane.[1]
Secondo gli scienziati è possibile iniettare un peptide all’interno del virus proprio attraverso alcune sezioni di queste proteine “cavatappi” in modo da impedire il processo stesso di infezione.
Negli esperimenti con i topi questo peptide si è rivelato molto efficace nel bloccare l’infezione.
Gli stessi ricercatori sono poi riusciti a sviluppare un peptide capace di “nascondersi” dagli enzimi che digeriscono le proteine in modo da persistere nel corpo più a lungo. Quest’ultimo peptide, sempre durante gli esperimenti sui topi infettati con HPIV3, si rivelava ancora più efficace del peptide originario di circa tre volte. Ora i ricercatori vogliono sviluppare una nuova versione che persista nel corpo ancora più a lungo.[1]