Vitiligine, scoperte importanti interazioni tra cellule che potrebbero portare a nuova terapia

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Nuove informazioni riguardanti le interazioni tra cellule che favoriscono l’infiammazione collegata alla vitiligine vengono fornite in un nuovo studio apparso sulla rivista JCI Insight[2] come riferisce un nuovo comunicato dell’Università della California a Irvine.

Reti di comunicazione tra i cheratinociti, le cellule immunitarie e i melanociti

I ricercatori hanno scoperto, tramite tecniche di imaging avanzate e tecniche di bioinformatica, che le reti di comunicazione tra i cheratinociti, le cellule immunitarie e i melanociti possono guidare l’infiammazione o possono prevenire la ripigmentazione provocata dalla vitiligine. Nello specifico i ricercatori hanno scoperto che una piccola popolazione di cheratinociti è causa della persistenza della vitiligine. Lo spiega Anand K. Ganesan, un professore di dermatologia della Scuola di Medicina dell’UCI secondo il quale la scoperta potrebbe rivelarsi fondamentale per scoprire come fanno le macchie bianche di questa malattia a persistere, informazioni che potrebbero portare anche a nuove terapie.[1]

La vitiligine

La vitiligine, come spiega il comunicato dell’Università californiana, è una patologia autoimmune della pelle. È contraddistinta da una distruzione progressiva dei melanociti. I melanociti sono cellule mature che vanno a formare la melanina presente nella pelle. La distruzione avviene a causa delle cellule immunitarie T CD8+. Questa reazione provoca le macchie bianche sulla pelle. Questo inestetismo può provocare un profondo disagio psicologico. Molti studi sono stati fatti sulla vitiligine attiva, come spiega il comunicato, ma la vitiligine stabile per certi versi resta ancora “misteriosa”.[1]

Distinte sottopopolazioni di cheratinociti

“Combinando l’imaging della microscopia multifotonica non invasiva (MPM) e il sequenziamento dell’RNA unicellulare (scRNA-seq), abbiamo identificato distinte sottopopolazioni di cheratinociti nella pelle lesionata di pazienti con vitiligine stabile insieme ai cambiamenti nelle composizioni cellulari nella pelle stabile della vitiligine che guidano la persistenza della malattia”, spiega Jessica Shiu, professoressa assistente di dermatologia e autrice dello studio.[1] Secondo il comunicato questi risultati infondono fiducia nella possibilità che si possano creare nuove terapie che prendano di mira il metabolismo dei cheratinociti ma ulteriori studi dovranno essere effettuati per capire come gli stessi cheratinociti influiscono sul decorso della malattia.

Note e approfondimenti

  1. New UCI-led study reveals characteristics of stable Vitiligo skin disease | School of Medicine | University of California, Irvine
  2. JCI Insight – Multimodal analyses of vitiligo skin identifies tissue characteristics of stable disease (DOI: 10.1172/jci.insight.154585)
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