Sono cinque gli studi pubblicati dai ricercatori che utilizzano i dati trasmessi dalla sonda Voyager 2 che, da 18 miliardi di chilometri, continua a fornire, seppur molto lentamente, dati preziosi agli scienziati.
La sonda, che si trova ben oltre l’orbita di Plutone attualmente, è entrata da novembre dell’anno scorso nel cosiddetto “spazio interstellare”, ossia la regione che separa le stelle, abbandonando, dunque, quasi del tutto il campo gravitazionale del Sole.
I ricercatori hanno pubblicato uno studio per i risultati conseguiti da ognuno dei cinque strumenti presenti sulla sonda; le pubblicazioni sono avvenute su Nature Astronomy.
I ricercatori hanno innanzitutto scoperto che Voyager 2 non si trova ancora nello spazio interstellare “indisturbato”. Proprio come suo gemello Voyager 1, anche Voyager 2 si trova in quella che può essere considerata come una zona di transizione ancora perturbata dall’azione gravitazionale del Sole e che si trova oltre l’eliosfera. Si tratta di una zona che, a differenza della stessa eliosfera, non ha denominazioni o etichette specifiche ma che mostra che per abbandonare del tutto l’area di influenza gravitazionale del Sole ci vorranno ancora diversi anni.
“Le sonde Voyager ci mostrano come il nostro Sole interagisce con le cose che riempiono la maggior parte dello spazio tra le stelle nella galassia della Via Lattea”, riferisce Ed Stone, scienziato del progetto per Voyager e professore di fisica presso Caltech. “Senza questi nuovi dati di Voyager 2, non potremmo sapere se ciò che stavamo vedendo con Voyager 1 fosse caratteristico dell’intera eliosfera o specifico solo per la posizione e l’ora in cui ha attraversato.”
I ricercatori hanno poi ottenuto la conferma che il plasma nello spazio interstellare “locale” è più denso del plasma all’interno dell’eliosfera, una cosa che gli stessi scienziati si aspettavano. La sonda Voyager 2 ha inoltre misurato anche la temperatura del plasma nello spazio interstellare confermando che è più freddo del plasma all’interno dell’eliosfera.
I ricercatori hanno inoltre potuto notare, tramite uno degli strumenti presenti su Voyager 2, che un “rivolo” di particelle all’interno della stessa eliosfera sta scivolando verso il confine e nello spazio interstellare. Questo significa che Voyager 2 si trova in una regione di fuoriuscita dall’eliosfera diversa da quella che ha attraversato Voyager 1: la 2 si trova più vicino al fianco dell’eliosfera rispetto alla 1.
I ricercatori hanno inoltre avuto un’altra conferma importante: il campo magnetico oltre l’eliopausa è parallelo al campo magnetico all’interno dell’eliosfera. Questo significa che i due campi si allineano, come spiega lo stesso Stone sul sito del Jet Propulsion Laboratory.
Approfondimenti
- Cosmic ray measurements from Voyager 2 as it crossed into interstellar space | Nature Astronomy (IA) (DOI: 10.1038/s41550-019-0928-3)
- Magnetic field and particle measurements made by Voyager 2 at and near the heliopause | Nature Astronomy (IA) (DOI: 10.1038/s41550-019-0920-y)
- Voyager 2 enters interstellar space | Nature Astronomy (IA) (DOI: 10.1038/s41550-019-0942-5)
- Plasma densities near and beyond the heliopause from the Voyager 1 and 2 plasma wave instruments | Nature Astronomy (IA) (DOI: 10.1038/s41550-019-0918-5)
- Voyager 2 plasma observations of the heliopause and interstellar medium | Nature Astronomy (IA) (DOI: 10.1038/s41550-019-0929-2)