
Un interessante studio mostra che i vuoti dello spazio, quelle zone dell’universo in cui non sono presenti galassie, potrebbero essere d’aiuto per misurare l’espansione dell’universo con una precisione maggiore rispetto ai metodi classici.
I “vuoti” dello spazio non contengono galassie, oppure ne contengono pochissime, e possono essere molto ampi. Possono inoltre avere forme diverse ma nonostante queste caratteristiche che li differenziano l’uno dall’altro possono essere considerati come delle “sfere standard”, equiparabili a degli oggetti perfettamente simmetrici e questo perché non sono caratterizzati da una direzione di allineamento particolare.
I ricercatori dell’Università di Portsmouth hanno però notato che le forme che questi vuoti assumono possono essere distorte dagli spostamenti doppler causati dall’espansione e dall’allontanamento delle galassie vicine nonché dalla natura della quantità della materia oscura dell’energia oscura che comunque, si presume, sono presenti in essi.
Questi fattori producono una distorsione e quest’ultima può essere misurata a seguito di modellazioni teoriche. Lo studio mostra che la misurazione può essere effettuata con un ottimo grado di precisione, tanto che la stessa analisi può essere d’aiuto per capire di più riguardo alle modalità di espansione del cosmo.
I primi risultati che i ricercatori hanno ottenuto mostrano un universo piatto con un’energia oscura costante a livello cosmologico, risultati che allontanano ancor di più le teorie alternative.
Tuttavia Seshadri Nadathur, ricercatore dell’Institute of Cosmology and Gravitation (ICG) dell’Università di Portsmouth ed autore principale dello studio, dichiara che ulteriori studi futuri, in special modo quelli collegati alla missione Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea, il cui telescopio spaziale dovrebbe essere lanciato nel 2021, potranno fornire dati ancora più importanti per comprendere l’espansione cosmica tramite questo metodo.
Approfondimenti
- Phys. Rev. D 100, 023504 (2019) – Beyond BAO: Improving cosmological constraints from BOSS data with measurement of the void-galaxy cross-correlation (IA) (DOI: 10.1103/PhysRevD.100.023504)
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