
L’eliminazione di un sussidio elargito sotto forma economica a bambini e ragazzi fino a quando raggiungevano l’età di 18 anni ha aumentato le probabilità che questi stessi soggetti potessero andare incontro ad accuse penali secondo uno studio pubblicato sul Quarterly Journal of Economics. Lo studio ha analizzato il Supplemental Security Income, un programma di welfare statunitense che fornisce sussidi economici a soggetti con disabilità e con reddito basso.
In particolare i ricercatori si sono concentrati sui bambini che si qualificavano per ottenere questo sussidio (in questo caso si considerava il reddito dei genitori). Nel corso degli ultimi decenni le amministrazioni statunitensi hanno iniziato a fare rivalutazioni dei bambini che dovevano ricevere l’SSI. La Social Security Administration ha cominciato dunque a rimuovere il sussidio per circa il 40% dei bambini che lo ricevevano (fino al momento in cui compivano 18 anni). Ad esempio sono stati rimossi dal programma i bambini con condizioni disturbo da deficit di attenzione/iperattività.[1]
I ricercatori, utilizzando i dati della Social Security Administration e del Criminal Justice Administrative Records System, hanno voluto stimare gli effetti di queste rimozioni dal programma scoprendo che esse aumentavano il numero delle accuse penali dei soggetti esclusi del 20% dal 1996 e per i due decenni successivi. L’aumento riguardava anche i crimini come furto, frode e prostituzione.
I ricercatori calcolavano che con la perdita del beneficio i giovani mostravano una probabilità di circa il doppio di essere accusati di un reato rispetto al tasso di mantenimento di un’occupazione stabile. Gli autori dello studio, Manasi Deshpande e Michael Mueller-Smith spiegano: “Quello che troviamo è che l’effetto reddito delle prestazioni assistenziali può manifestarsi anche come riduzioni dell’attività criminale. In effetti, nel contesto SSI, il welfare in contanti ha un effetto dissuasivo molto più grande sull’attività criminale che sul lavoro formale”.[1]