Un gruppo di ricercatori dell’Università di Delaware propone una nuova alternativa all’utilizzo di tutte le sostanze chimiche provenienti dal petrolio e dunque dai combustibili fossili: gli zuccheri estratti dal legno, dal mais e da altre tipologie di rifiuti organici provenienti perlopiù dalle aziende di tipo agricolo.
Si tratta, molto spesso, di grossi quantitativi di materiali di cui ci si deve disfare o che vengono comunque considerati come rifiuti. Il gruppo di ricerca, i cui studi sono stati pubblicati su ChemSusChem, fa più o meno quello che si compie quando si estrae, per esempio, l’etanolo dal mais. Solo che in questo processo vengono utilizzati scarti e dunque rifiuti e non mais vero e proprio che comunque può essere utilizzato come fonte di alimentazione.
Secondo uno degli autori dello studio, Basudeb Saha, del Catalysis Center for Energy Innovation, un centro di ricerca sull’energia, “invece di prendere il mais e di estrarre i suoi zuccheri per produrre etanolo, stiamo facendo uso dei gambi e dei tutoli risultanti dalla raccolta del mais, così come altri tipi di rifiuti come trucioli di legno e scaglie di riso”.
Questi scarti, denominati spesso biomassa lignocellulosica, sono stati oggetto di interesse già in passato tuttavia gli elevati costi di lavorazione oltre al reperimento di forniture sempre costanti sono stati ostacoli sempre troppo alti da superare. Questa nuova ricerca dimostra però che possibile separare la lignina da cellulosa e emicellulosa dei polimeri di zucchero tramite un processo che abbassa di molto i costi nonché i tempi. Il tutto grazie ad una soluzione concentrata di sale inorganico con una piccola quantità di acido minerale.
Fonti e approfondimenti
- A sweeter way to make green products (IA)
- Process Intensification for Cellulosic Biorefineries – Sadula – 2017 – ChemSusChem – Wiley Online Library (IA)
- DOI: 10.1002/cssc.201700183
- Crediti immagine: University of Delaware